Che cos’è la recidiva
La ricaduta è la ripresa, il ritorno della malattia: le cellule malate, i "famigerati” blasti, hanno ricominciato a proliferare facendo ricomparire la malattia.
Ma sono cellule malate che non sono mai andate via?
Probabile! Le cellule rimaste “quiescenti” ad un certo punto si sono rimesse in circolo.
Oggi con lo studio della malattia residua minima (MRM) è possibile identificare anche una quota molto piccola di cellule malate e definire quindi il percorso terapeutico più adeguato per ogni singolo paziente.
Cosa succede adesso?
È ovvio che una ricaduta in qualunque momento avvenga è un evento negativo perché significa che le cure ricevute dal bambino per quanto energiche (chemioterapia, eventuale radioterapia) non sono riuscite a debellare definitivamente la malattia.
RICADUTA = RESISTENZA: quanto più è precoce la ricaduta, tanto maggiore è la resistenza e tanto minore può essere il raggiungimento di un buon risultato (obiettivo “guarigione” sfuggito nel primo trattamento!).
Che prognosi ha un bambino in ricaduta ?
Fate attenzione: qui ci addentriamo in un terreno molto paludoso ma occorre avere ben presente alcuni concetti e alcune sicurezze importanti.
Una ricaduta non significa: fine! L’obiettivo a cui tendere è e deve essere ancora quello della guarigione “sfuggita”.Occorre superare una evidente sfiducia (processo difficile) e diversificare la strategia terapeutica.
Quando si fa diagnosi di “ricaduta” la strada diventa molto personalizzata e a fronte di certi criteri biologici e molecolari la strada per riconquistare la guarigione sfuggita va costruita passo a passo.
Il tempo in cui avviene la ricaduta è fondamentale: ricadere in terapia o pochi mesi dopo lo stop terapia rispetto a ricadere lontano dallo stop terapia (da almeno un anno in avanti) modifica la prognosi e quindi anche l’approccio terapeutico in maniera sensibile. Nelle ricadute precoci, siano esse midollari o extra-midollari (testicoli, ovaie, sistema nervo so centrale...), il trapianto di midollo osseo diventa indispensabile.
Qualunque ricaduta va trattata con qualche mese (in genere almeno 3-4) di chemioterapia con l’obiettivo di eradicare il più possibile la malattia leucemica.Ecco perché, cari genitori, la comunicazione del progetto di cura di una ricaduta richiede un recupero di quella credibilità che più che i numeri (spesso piccoli) danno le strategie “studiate ad hoc”... ma la vittoria non è una chimera. È più difficile, ma possibile; è più ardua, ma percorribile: è più rischiosa, ma trattabile.
8/10 bambini che si ammalano di leucemia o linfoma oggi guariscono: la ricaduta non può e non deve cancellare questa certezza anche se necessita di quel rispetto, di quella attenzione, di quel supporto, di quella forza che solo insieme possiamo sviluppare e che ci consentano di considerare la ricaduta come una scivolata pericolosa da cui risollevarsi per recuperare la guarigione “sfuggita”.
M.Jankovic
Responsabile del Day Hospital Pediatrico dell’Ospedale San Gerardo di Monza